Secondo fonti della FIMAA, nel 2023, solo il 2% degli Agenti Immobiliari ha venduto case nuove. Il nostro patrimonio immobiliare è costituito per lo più da case vecchie, i dati confermano che agli italiani piace ristrutturare. Cosa è meglio, nuovo o vecchio? Vediamo con ordine cosa è bene considerare. Le abitazioni di qualche hanno fa disponevano di ambienti più ampi, le camere più spaziose erano tali in quanto le abitudini di vita quotidiana ci portavano a viverela molto di più la casa, oggi invece le metrature sono più ridotte, rispettando dei minimi normativi, sia per le diverse esigenze di oggi che per l’incidenza degli oneri edificatori. Se da una parte una ristrutturazione ci permette di personalizzare molto gli ambienti, dall’altra siamo un pò più vincolati da strutture preesistenti, come ad esempio i pilastri o le strutture portanti o addirittura dalla posizione di scarichi e impianti originari. Il nuovo ci permette di avere più libertà iniziale inteso come disposizione degli ambienti, luminosità e orientamento. Senza sottovalutare l’utilizzo delle più moderne tecnologie impiantistiche e di isolamento. E i costi? se parliamo di costi puramente realizzativi, sul vecchio bisogna considerare la parte burocratica, ossia il costo delle pratiche, nuovi accatastamenti, direzione lavori, sicurezza e l’imprevisto. Sul nuovo l’incidenza di valore al metro quadro, in alcuni casi, secondo le dotazioni richieste, è molto più elevata. Altro discorso sono i costi di acquisto. Sul vecchio, oltre al costo del rogito notarile, le imposte incidono al 2% come registro e € 100 tra imposta catastale e ipotecarie. Se parliamo di Prima casa. Invece sul nuovo, imposta catastale e ipotecaria pari a € 200 e l’iva al 4% sulla Prima casa oppure del 10% sulla Seconda. Insomma le valutazioni da fare sono tante, non c’è una scelta giusta o sbagliata, ma scelte personali.